A Menlo Park, al quartiere generale di Facebook, non stanno fermi un attimo. Proprio così: i ragazzi di Zuckerberg continuano a estrarre di settimana in settimana nuovi conigli dai loro cappelli, costringendo tutti gli addetti al social media marketing ad aggiornarsi di continuo, e quindi a sperimentare di mese in mese nuove tecniche e nuovi espedienti. Insomma, riposare sugli allori è vietato!
Le novità di Facebook, nel 2018, sono state davvero tantissime: l’algoritmo è cambiato, andando a ridurre i contenuti provenienti dalle pagine a favore dell’interazione tra i vari utenti; è stata introdotta una nuova tab dedicata alle offerte di lavoro, così da dare agli utenti la possibilità di scoprire le posizioni aperte anche attraverso questo social; una sempre maggiore attenzione è stata riconosciuta ai contenuti locali, che sembrano sempre più favoriti dall’algoritmo; sono stati introdotti i Watch Party per i gruppi, così da condividere dei video e poterli commentare in tempo reale; e ancora, tra le novità di Facebook nel 2018 ci sono anche le nuove policy di Facebook Ads, che mirano a tutelare tutti gli iscritti attraverso il divieto di pubblicare annunci volti a promuovere prodotti e servizi ingannevoli. Ed è proprio qui, sul fronte Ads, che le novità di Facebook continuano a proliferare a vivacizzare il nostro lavoro.
Quali sono le novità di Facebook Ads degli ultimi mesi? Cosa devi sapere, dunque, per utilizzare al meglio questa piattaforma nel 2019, così da raggiungere i migliori risultati per il tuo business (o per quello dei tuoi clienti)? Facciamo un bel recap per social media marketer distratti delle novità principali!
Le novità di Facebook Ads: tutto quello che ti sei perso negli ultimi mesi
- Lo scorso autunno Facebook ha lanciato le nuove Lookalike value based, le quali sono stati via via allargate a tutti gli account pubblicitari. Non si tratta di niente di difficile: le puoi trovare lì dove puoi selezionare i normali pubblici personalizzati. Ma quali sono questi pubblici ‘lookalike’ ai quali Facebook farà riferimento in questo caso? Semplice, il social network andrà a cercare gli utenti con delle caratteristiche in comune con quelli che, oggi, sono i tuoi utenti migliori, in base all’analisi di importo speso, di frequenza di acquisto e via dicendo. Le potenzialità, per i gestori di e-commerce, sono quindi enormi.
- Negli ultimi mesi del 2018 Facebook ha deciso di rendere più visibili – e quindi utilizzabili senza andare a cercarli all’interno di Gestione inserzioni – i Delivery Insights. Tra le altre novità di Facebook collegate, c’è la possibilità di analizzare dati estremamente importanti per le campagne Facebook Ads, come il tasso di competizione nell’asta, la percentuale di saturazione del pubblico e il tasso di sovrapposizione dell’asta. Tutti insieme, questi dati, e i relativi grafici, ci possono dare delle informazioni preziose sulla riuscita delle nostre singole inserzioni.
- Tutti gli inserzionisti di Facebook Ads dovrebbero ormai avere accesso al tool per controllare in real team il pixel. Parliamo dello strumento Test Events, che puoi trovare su Business manager: da qui puoi dunque controllare il funzionamento di eventi e conversioni.
- Forse non te ne sei neanche accorto, ma è sempre meglio saperlo: a partire dallo scorso ottobre, i cosiddetti cookie di prima parte sono stati abilitati in automatico sul pixel, a favore della gestione dei vari browser.
- Facebook, riprendendo in mano un progetto del 2012, sta pensando di reinserire le inserzioni a livello della ricerca su mobile e su marketplace. Questo significa che, nel momento in cui un utente effettuerà una ricerca afferente a uno dei settori coinvolti nel progetto, fra i risultati potranno comparire anche degli annunci a pagamento. La fame di Zuckerberg per nuovi possibili sbocchi per fare pubblicità, dunque, non sembra avere fine.
Queste, del resto, sono solamente alcune delle novità di Facebook tra 2018 e 2019. E non saranno certamente le ultime: entro il prossimo autunno, per esempio, come annunciato già da qualche tempo, la Campaign Budget Optimization diventerà l’unica scelta possibile, facilitando così tutti gli account pubblicitari con meno esperienza. Sarà lo stesso algoritmo, da quel punto in poi, a decidere al nostro posto dove allocare il budget.