Avviare un e-commerce da zero per vendere in rete non è difficile: è sufficiente rivolgersi a una web agency che offre il servizio di realizzazione di e-commerce, popolare il sito con i propri prodotti, stringere degli accordi con i corrieri e con i fornitori e, infine, lanciare il negozio online, facendosi aiutare da degli esperti per l’ottimizzazione SEO e per la creazione di campagne pubblicitarie mirate. Attenzione però: vendere online non significa risiedere all’infuori di ogni normativa. Anzi: dopo aver contattato una web agency per lo sviluppo del portale di vendita, è sempre il caso di contattare anche un commercialista, così da sapere nel dettaglio quali sono gli obblighi fiscali da rispettare per l’avvio e il mantenimento di un e-commerce.
Gli step obbligatori per vendere in rete attraverso un e-commerce
Lasciamo da parte, momentaneamente, tutti gli aspetti legati allo sviluppo e al lancio di un e-commerce, e concentriamoci invece sui requisiti burocratici. Per prima cosa, nella maggior parte dei casi, per vendere in rete attraverso uno store di proprietà è necessario aprire una partita IVA. E qui iniziano ovviamente le prime domande: in quali casi non è obbligatorio aprire una partita IVA per vendere online, e in quali altri casi questo passo è assolutamente inevitabile?
Ebbene, qualche anno fa rispondere a questo quesito sarebbe stato più semplice. Si dà infatti il caso che la partita IVA non sia necessaria per tutte quelle persone che vendono in rete in modo occasionale, e che quindi non hanno particolari adempimenti da compiere. Per tutti questi venditori ‘occasionali’ sarà sufficiente dichiarare i redditi prodotti attraverso la vendita online attraverso un normale modello 730 o mediante modello Unico. Ma chi può affermare di vendere online in modo puramente occasionale? Fino al 2015 era tale la condotta di chi non superava i 5.000 euro annui, laddove invece oggi, dopo l’introduzione del D.Lgs. 81/2015 nell’estate del 2015 (facente parte del famoso Jobs act) l’occasionalità non è determinata dal superamento di un limite di denaro, quanto invece dalla sola modalità di svolgimento del lavoro, che – per essere occasionale – deve essere effettivamente discontinuo e sporadico, senza una reale continuità nel tempo.
Nella maggior parte dei casi, come si diceva, chi lancia un e-commerce per vendere in rete i propri prodotti, decide di farlo in modo continuativo. In questo caso, quindi, è necessario aprire una Partita IVA, che dà quindi il pieno diritto a svolgere l’attività di vendita online in modo sistematico e regolare. Per aprire una partita IVA è necessario presentare la relativa domanda all’Agenzia delle Entrate, facendosi affiancare da un commercialista fin dai primi passi di questo iter burocratico. In linea di massima, però, possiamo affermare che è necessario compilare il modello AA7/11 per poi specificare, nel campo dedicato al codice ATECO, il codice 47.91.10, relativo al ‘Commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via Internet‘.
L’apertura della partita IVA è il passo più importante dal punto di vista fiscale, ma non è l’unico da compiere. Per vendere online in modo continuativo è infatti obbligatorio compilare e presentare presso lo Sportello Unico per le attività produttive (SUAP) la segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). È poi necessario iscriversi al Registro delle imprese, il quale raggruppa tutte le attività commerciali, destinando a ogni nuovo iscritto un codice di riferimento. Infine, è necessaria l’iscrizione all’INPS, così da pagare le famose quattro rate annuali dei propri contributi ai fini pensionistici.
Sono questi, in estrema sintesi, gli adempimenti fiscali necessari per poter avviare un e-commerce e iniziare a vendere online. Tutti questi obblighi potrebbero spaventare ma, così come le migliori web agency sono pronte ad aiutare ogni cliente per il lancio di un negozio online, allo stesso modo i commercialisti sono preparati per accompagnare al meglio i neo-commercianti attraverso il labirinto normativo.
In relazione all’avvio di un negozio online, potresti sentire parlare di requisiti morali e di requisiti professionali. Non ti spaventare: molto probabilmente, sei perfettamente idoneo a vendere in rete. Per prima cosa, devi essere maggiorenne. In secondo luogo, per soddisfare i requisiti morali, non devi essere stato dichiarato delinquente abituale o professionale, né devi essere stato destinatario di una condanna con una pena detentiva minima superiore ai 3 anni.
I requisiti professionali, invece, sono da considerare solo se il tuo e-commerce tratterà beni alimentari. Chi intende vendere online prodotti di questo genere, infatti, è tenuto a frequentare un corso riconosciuto dalla propria Regione per il commercio, la preparazione e la somministrazione di alimenti; ad avere nel proprio passato recente (nell’ultimo quinquennio) almeno due anni di esperienza in attività del settore alimentare o nella somministrazione di alimenti o di bevande, come dipendente qualificato o come imprenditore; infine, ad avere un diploma almeno triennale che certifichi un corso di studi comprensivo di materie attinenti il commercio di alimenti. Per tutti gli altri amministratori di e-commerce, invece, i requisiti professionali non esistono.